Santuario di Porto Salvo a Lampedusa

Visita al Santuario Porto Salvo

Visita al Santuario della Madonna di Porto Salvo

Tradizionalmente risalente alla Quarta Crociata (1202-1204) ma effettivamente databile intorno al 700, l’immagine della Madonna in una grotta presso il Santuario pare sia stata oggetto di culto di cristiani ma anche di rispetto ed onore di turchi e corsari come offerta di voto per naufraghi e fuggiaschi.

Nel corso dei secoli la grotta di Lampedusa diviene un luogo dove pregano in zone adiacenti, cristiani e musulmani. Una parte della grotta dove e’ seppellito un marabutto turco è usata dai musulmani, un’altra parte invece, caratterizzata da una croce rosso vermiglio sul pavimento è usata dai cristiani. La figura della Madonna è venerata da entrambi i fedeli. Anticamente vi era una lampada ad olio che veniva alimentata continuamente e che stava sempre accesa di fronte all’immagine della Madonna.
La storia di Andrea Anfossi èsicuramente la più emblematica e ricca di spunti.
Comincia nel XVI secolo quando il Mediterraneo è dominato dai pirati che depredano interi villaggi e ne mettono in schiavitù gli abitanti: Barbarossa, poi Murad Dragut e Uluch Alì.  Nel 1561, durante una delle incursioni in Liguria Uluch Alì fa prigioniero Andrea Anfossi.

Andrea Anfossi era nato e vissuto a Castellaro Ligure. Dopo la sua cattura venne probabilmente deportato a Tunisi, una delle capitali della pirateria. Dopo qualche tempo Anfossi riesce a scappare tra la boscaglia e rifugiarsi fino a quando la galera non fu ripartita. Incontrò dei pastori che lo misero a pascolare il gregge e gli spezzarono le catene.
In una delle sue camminate, Anfossi incontrò un fitto roveto che nascondeva una grotta da cui usciva una luce abbagliante. Entrando si vide davanti il quadro con la Madonna, il Bambino e Santa Caterina d’Alessandria.
Qualcuno ipotizza che questo quadro potesse provenire dal Monastero di Santa Caterina d’Alessandria in Egitto, che è il più antico monastero cristiano ancora esistente, in cui cristiani e musulmani trovano una sorta di porto franco, un luogo dove nel bene e nel male si riesce a convivere. Proprio come nella grotta di Lampedusa.

Nessuno poteva portare via nulla da quel luogo sacro: le tante monete, i tanti doni che tutti coloro che passavano da lì, lasciavano in offerta. Chi provava a rubare qualcosa senza che ne avesse bisogno, rimaneva prigioniero dell’isola e delle tempeste, che non si placavano fino a quando non fosse stata restituita la refurtiva.

Anfossi dopo decenni sull’isola, fa il voto alla Madonna e promette che se riuscirà a tornare al suo podere a Castellaro Ligure edificherà un santuario in suo onore. Cosi scava un tronco, e fa della tela sacra una vela. Si mette in mare e non appena i lampedusani provano a prenderlo: lui si immerge nell’acqua va in fondo per rispuntare molto lontano. E’ il 1602. Dopo più di 40 anni Anfossi torna nella sua terra natia.

Sbarca ad Arma di Taggia, dove è scambiato per un ladro e vagabondo e quindi messo in prigione. Ma il comandante del posto di guardia lo fa liberare e Andrea propone al signore di Castellaro di edificare un santuario nel suo podere. Il nobile invece vuole edificare il santuario in un altro luogo, deciso da lui, cosi confisca il quadro. Ma per ben due volte, l’immagine sacra, ritorna miracolosamente nel podere dell’Anfossi, che viene nuovamente messo in prigione, perchè sospettato del furto del quadro. Ma anche stavolta, la tela viene ritrovata nella proprietà di Anfossi, si dice, trasportata dagli angeli.

Di fronte a questo prodigio, fu scarcerato e il Santuario della Madonna di Lampedusa, venne edificato a Castellaro Ligure nel luogo indicato da Andrea Anfossi, dove tutt’ora si può visitare e ammirare il quadro con la Madonna, il Bambino e Santa Caterina d’Alessandria usato come vela da Anfossi, nella traversata da Lampedusa alla Liguria.

In seguito nel santuario di Lampedusa fu posta la statua che oggi viene portata in processione. Si riconduce a questa datata comunione di intenti la vocazione all’apertura verso il migrante oggetto di tante manifestazioni da parte del popolo lampedusano.

La festa dedicata alla Madonna di Porto Slavo cade il 22 settembre giorno in cui la statua viene portata in processione per le strade dell’isola. Immagini della Vergine, oltre a quella presente al Santuario, si trovano sull’imboccatura del Porto Nuovo, a pelo d’acqua a Cala Madonna in una nicchia nella scogliera est, la scultura lignea che presiede la processione nei momenti religiosi più importanti.