Il porto a Lampedusa

Storia di Lampedusa

Citata nell’Orlando Furioso come sfondo di spettacolari eventi, l’isola di Lampedusa è parte dell’arcipelago delle isole Pelagie che comprende Linosa e Lampione. Abitata già nel Neolitico, fu dimora di Cartaginesi nel IV secolo A.C. quindi dei Greci e degli Arabi. I Romani vi produssero una salsa di pesce (garum) commercializzata nell’impero e di cui restano testimonianze nelle vasche scavate nelle rocce tra Cala Palme e Cala Salina ed alle spalle di via Roma.

Tra il 439 e il 700 fu frequentata dai pirati, sottomessa ai Vandali, poi parte dell’impero bizantino infine conquistata dai Saraceni. Nel 1127 passò al dominio normanno. Nel 1436 appartenne al Regno di Napoli pur rimanendo sotto influenza araba. Nel 1667 il re di Spagna la concesse alla famiglia siciliana dei Tomasi il cui capostipite Giulio (avo dell’autore de Il Gattopardo) si fregiò del titolo di Principe. Egli non se ne curò molto, tranne che per le ripetute e saltuarie richieste di fondi ai reali da utilizzare per la fortificazione, così divenne prima preda di pirati, poi terra promessa (era particolarmente verdeggiante) per francesi, maltesi e addirittura russi, quindi di 300 diseredati che furono causa della diffusione della peste che decimò la popolazione. Concesse di nuovo colonie ai maltesi, l’isola si ripopolò.

Dal 1810 iniziò il disboscamento e la fortificazione. Tornò di proprietà dei Borbone quando il principe Tomasi propose di venderla agli inglesi. Ciò motivò lo sfratto degli affittuari e la direttiva di incentivarne la produzione agricola. Promesse l’esenzione dai dazi, la consegna di terreni, una casa e la diaria giornaliera, 120 coloni provenienti dalla Calabria, da Messina e da isole minori fondarono la prima comunità mpidusana. Dopo anni di prosperità e aumento demografico, l’ennesimo declino causa Unità d’Italia: i Savoia la decretarono bagno penale confluito, con il regime fascista, in luogo di confino e contestuale revoca della terra ai coloni.

Grazie all’attività delle barche da spugne, Lampedusa visse una nuova età dell’oro, preservata anche durante la Prima Guerra Mondiale dalla favorevole posizione geografica. Non fu così nel 1943 bersaglio del potente fuoco alleato da mare, da cielo e pure da terra. Ancora oggi sono visibili postazioni di contraerea. In tempi più recenti segnaliamo l’arrivo della energia elettrica nel 1951 e l’aeroporto nel 1966 ottenuto grazie all’astensione unanime dal voto alle elezioni politiche da parte della popolazione delusa dal mancato accoglimento delle proprie richieste.
Nel 1986 il passaggio di due scud sovietici provenienti dalla Libia che portarono l’isola sotto i riflettori mondiali. Ben più eclatante il primo viaggio apostolico di papa Francesco che l’8 luglio 2011 ha scelto l’isola portandola al centro dell’attenzione internazionale.